Ma prima. Rewind. Non ci sono dubbi: l’obiettivo di una campagna pubblicitaria è quello di raggiungere il proprio target nel modo più efficace e rapido possibile.
Ergo, i video sono diventati una droga buona per raggiungere lo scopo più rapidamente. Attraverso i video infatti è possibile mostrare ciò che vogliamo a chi ci interessa in maniera più comprensibile, creando un legame di fidelizzazione tra offerente e cliente, come già sottolineavamo in un altro articolo del nostro
Magazine. Ma, come dicevamo, l’offerta sta raggiungendo volumi mostruosi (numeri e back link su questo ho bisogno di chiarimenti) che è impossibile che possano essere fruiti e apprezzati dalle persone.
Perché allora continuare a creare contenuti video?
- I mobile device trainano i contenuti in rete: oltre la metà degli italiani che sono in possesso di smartphone dichiara di guardare video attraverso il proprio dispositivo mobile.
- I social si sono adattati: Instagram ha aumentato la durata video da 30 fino a 60 secondi
- Facebook ha dichiarato i video come contenuto privilegiato, e proprio nei giorni scorsi ha varato una nuova, rivoluzionaria tab Video chiamata Watch che lancerà la sfida a Youtube
- Facebook ha introdotto le registrazioni live, stando al passo con Snapchat.
- Gli utenti rimangono circa 2 minuti più a lungo su un sito se contiene un video.
- Il 79% dei consumatore preferisce vedere un video riferito a un prodotto piuttosto che leggerne un testo
- Il 68% delle informazioni apprese attraverso una comunicazione audiovisiva è considerata più affidabile rispetto alle informazioni via testo.
- L’80% dei consumatori che guardano un video se lo ricordano dopo 30 giorni
- Il 75% dei video visti online ha interazioni con video visti in passato
- Quando utilizziamo video sui social media, l’audience si coinvolge dieci volte di più rispetto ai pos
In poche parole, l’informazione visuale trasmette e assorbe meglio rispetto ai testi (il 90% dell’informazione è compresa meglio dagli uomini se è visuale e non scritta) come riporta Barbara Sgarzi nel suo libro “ Social Media Journalism”, Edizione Apogeo. E così si trasforma in un straordinario tool per fare business di qualsiasi tipo.
Quindi, la regola fondamentale da tenere a mente è che la differenza sta nel contenuto. Creare un video che parla ai più, perde inevitabilmente il messaggio che si vuole mandare al proprio audience. Questo può risultare deleterio, non facendo sentire importanti, uniche, le persone che realmente sono interessate al prodotto. Personalizzare diventa quindi il primo verbo quando ci si vuole differenziare in un mercato sempre più competitivo.
Perché è così importante la personalizzazione?
Personalizzare una campagna video marketing è un eccellente modo di aumentare ancora di più il coinvolgimento degli utenti con informazioni rilevanti e centrati ad personam, perché la comunicazione diretta, che parla direttamente al consumatore, diventa rilevante per la comunicazione con il pubblico. Vediamo qualche motivo:
#1 Sfruttare al meglio la propria base dati/CRM
Finalmente, con la personalizzazione si può fare un uso attivo di tutti i dati sepolti nel forziere dell’azienda. Sfruttare i dati dai CRM infatti per creare video, storie, interessi e preferenze può essere straordinariamente efficace per pilotare il coinvolgimento del contenuto giusto per la singola persona. Come? Per esempio una campagna personalizzate che incoraggia i singolo cliente a fare un upgrade del proprio piano tariffario secondo le sue specifiche esigenze. Esattamente quello che ha fatto Tesco Mobile in UK, lanciando una campagna di Dynamic Video ADS su Facebook con lo scopo di vedere e monitorare i clienti in click through rate secondo il proprio targeting e alla localizzazione (
vedi caso).
#2 Essere personale, non personalmente identificabile
Come abbiamo detto in precedenza, è bene utilizzare un vasto assortimento di dati dei clienti durante lo sviluppo di campagne, ma evitate di diventare “troppo familiari”. Le informazioni trasmesse ai clienti dovrebbero mostrare che le conoscete e comprendete, non che lo spiate. I video non devono mai incorporare dati personali identificabili come numeri di carta di credito, password, numeri di previdenza sociale ... persino indirizzi e cognome specifici. Quando costruisce rapporti digitali, c'è una linea sottile tra “avvolgere” qualcuno e “allarmare”. Fai attenzione a non attraversarla.